«È un libro bellissimo, nel quale un profondo senso di estraneazione e di angoscia, che risale al Processo e al Castello di Kafka, dà luogo a variazioni sommamente originali. Un linguista ungherese, il professor Budai, deve andare a Helsinki, per tenere una relazione al congresso di linguistica. All'aeroporto di Budapest sbaglia uscita, sale...